L’ansia è una condizione fisiologica dell’organismo che attiva una serie di reazioni mentali e fisiche, per lo più automatiche e involontarie. Questo avviene per permettere alla persona di reagire nel miglior modo possibile a una situazione percepita come potenzialmente pericolosa, innalzando lo stato di vigilanza e attivando utili risorse. Si tratta di una risposta assolutamente naturale che consente all’individuo di affrontare al meglio eventi nuovi e stressanti, come un colloquio di lavoro, un esame, una visita medica. Anche le normali attività quotidiane richiedono una piccola dose d’ansia che aiuta a focalizzarsi sull’attività e portare a termine il proprio obiettivo. Possiamo dire che nelle situazioni normali l’ansia è ciò che da la grinta necessaria per affrontare i diversi compiti della giornata.
In alcune condizioni, però, l’ansia non si esaurisce al termine della situazione stressante, oppure è eccessiva e sproporzionata rispetto ad essa. Quando questo accade l’ansia è “disfunzionale” perchè non aiuta l’individuo a fronteggiare il problema ma, al contrario, può limitare la sua capacità di pensare ed agire adeguatamente. L’ansia si traduce in un forte stato di disagio interiore e diventa paralizzante.
La persona può evitare le situazioni che le provocano ansia, limitando fortemente la sua vita, o può sforzarsi di affrontarle sopportandole con fatica e un grande dispendio di energia. Questo riduce notevolmente le sue prestazioni, il suo benessere e la sua qualità di vita.
Nei vari livelli di intensità l’ansia è un segnale importante che comunica alla persona qualcosa riguardo la situazione che sta vivendo. Entro una certa soglia è funzionale e migliora le prestazioni dell’individuo, negli altri casi è patologica, caratterizzata da uno stato ingiustificato, eccessivo o permanente di tensione, che compromette le capacità operative e di giudizio. L’ansia è un segnale interiore che invita la persona a fermarsi e riflettere. Spinge a confrontarsi con se stessi, in particolar modo con le proprie emozioni: essa svolge spesso la funzione protettiva di tenere lontani alcuni vissuti, come la tristezza, la paura o la rabbia, disturbanti e difficilmente tollerabili, quindi ricacciati nell’inconscio. Raggiungere questa consapevolezza consentirà di mettere in discussione le azioni automatizzate e affrontare al meglio, in modo nuovo, le situazioni.
I principali disturbi d’ansia sono: gli attacchi di panico, le fobie, la fobia sociale, il disturbo d’ansia generalizzata, di seguito presentati brevemente.
Attacchi di panico
Un attacco di panico è un momento di intensa paura o disagio che si scatena all’improvviso e raggiunge il picco in pochi minuti. La persona si sente sopraffatta, ha la sensazione di non riuscire a controllarsi e crede di stare per morire.
“Sono tranquillo e tutto un tratto provo un forte disagio. Ho paura di sentirmi male e di stare per morire. Dura pochi istanti.”
Può scatenarsi in qualsiasi momento: mentre si è alla guida della propria auto, nel sonno, durante una tranquilla passeggiata. Sintomi fisici comuni che accompagnano questa violenta paura sono tachicardia, tremori, sensazione di soffocamento, vertigini, brividi, nausea. Questi sintomi, simili a quelli di un attacco cardiaco, in molti casi spingono la persona a rivolgersi al pronto soccorso o a chiamare il 112 e a sottoporsi ad accertamenti medici. I risultati negativi degli esami portano più chiaramente a pensare che si è trattato di un attacco di panico.
Al termine dell’episodio è comune sentirsi spossati, esausti, inermi: “Dopo ho un calo di tensione e mi sento come se avessi bisogno di dormire.”
Si tratta di un’esperienza intensa e devastante che segna in modo indelebile la vita di una persona. Nella maggior parte dei casi il primo episodio è seguito dalla paura che si verifichino altri attacchi, la paura della paura. Quest’ansia anticipatoria può essere estremamente invalidante, portando la persona a riorganizzare le proprie attività quotidiane. L’obiettivo è evitare luoghi e attività in cui potrebbe svilupparsi un attacco di panico, come situazioni non familiari o che richiedono uno sforzo fisico, e cercare di avere sempre a disposizione un soccorso su cui poter contare.
“Tutti i giorni, più volte al giorno, ho il pensiero che mi possa ricapitare e quindi faccio fatica a fare le cose che facevo normalmente.”
La frequenza degli attacchi di panico può essere molto varia: possono essere moderatamente frequenti (una volta a settimana) oppure essere separati anche mesi uno dall’altro.
Fobia specifica
Chi soffre di una fobia specifica è spaventato o prova ansia nei confronti di un oggetto o di una situazione specifica. Si può avere paura di un animale come ragni, serpenti, cani, uccelli. Per alcuni il timore può riguardare il mondo medico, come vedere il sangue o le ferite, per altri, invece, situazioni particolari come l’altezza, i luoghi chiusi, l’acqua, l’aereo e diverse altre.
Le persone cercano di convivere con la loro paura sopportando l’oggetto o la situazione temuta con grande fatica oppure cercando di evitarla in tutti i modi.
A volte la fobia specifica si sviluppa in seguito a un evento traumatico vissuto in prima persona o osservato. Tuttavia, in molti non sono in grado di ricordare la ragione specifica dell’esordio della paura.
Da un punto di vista psicodinamico la fobia è frutto di uno spostamento di un altro disagio vissuto dal soggetto, che è necessario individuare e comprendere.
Un esempio di Fobia specifica è l’agorafobia.
L’individuo teme particolari situazioni a causa dell’idea che potrebbe essere difficile fuggire oppure non sarebbe possibile ricevere aiuto in caso di sintomi simili al panico, invalidanti o imbarazzanti. Tali situazioni sono prendere i mezzi pubblici, stare tra la folla, trovarsi in spazi aperti oppure troppo ristretti, essere fuori casa da soli. Le circostanze temute sono evitate o affrontate solamente se accompagnati da una persona fidata. Questo limita la libertà della persona che può avere difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane come andare al lavoro o a fare la spesa o che deve rinunciare a situazioni piacevoli e di svago.
Disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale)
L’individuo ha paura di situazioni in cui si sente esposto all’esame o al giudizio degli altri. Il disagio si esprime prevalentemente in presenza di altre persone per cui si teme di fare una brutta figura o di essere disapprovati, criticati, giudicati.
Alcuni esempi di situazioni temute sono: avere interazioni sociali con persone sconosciute, essere osservati mentre si mangia o si parla, eseguire una prestazione di fronte ad altri.
Persone con un disturbo d’ansia sociale tendono a intervenire poco nelle conversazioni e quando lo fanno usano un tono di voce basso, timoroso. Possono essere remissivi, assecondare la volontà degli altri, si presentano timidi e ritirati. Il timore riguarda la possibilità di ricevere un giudizio negativo e spesso è accompagnato da bassa stima di sé e poca sicurezza nel proprio valore.
Disturbo d’ansia generalizzata
La persona si sente agitata e preoccupata per la maggior del tempo, in modo eccessivo e senza riuscire a controllarsi. Le preoccupazioni riguardano soprattutto circostanze quotidiane, come aspetti lavorativi, questioni economiche, le condizioni di salute dei familiari.
Lo stato di attivazione continua provoca tensione muscolare, stanchezza, irrequietezza, difficoltà a concentrarsi. Frequenti sono anche i disturbi del sonno, che contribuiscono a ridurre ulteriormente il benessere e l’efficienza. Spesso ne risentono le relazioni con le persone vicine, che possono sentirsi assillate dalle domande e dalle raccomandazioni continue. L’insieme di preoccupazioni e tensioni rende difficoltoso godere di momenti e attività piacevoli, entusiasmo e spensieratezza diventano sensazioni difficili da sperimentare.
Disturbo d’ansia sociale (o fobia sociale)
L’individuo ha paura di situazioni in cui si sente esposto all’esame o al giudizio degli altri. Il disagio si esprime prevalentemente in presenza di altre persone per cui si teme di fare una brutta figura o di essere disapprovati, criticati, giudicati.
Alcuni esempi di situazioni temute sono: avere interazioni sociali con persone sconosciute, essere osservati mentre si mangia o si parla, eseguire una prestazione di fronte ad altri.
Persone con un disturbo d’ansia sociale tendono a intervenire poco nelle conversazioni e quando lo fanno usano un tono di voce basso, timoroso. Possono essere remissivi, assecondare la volontà degli altri, si presentano timidi e ritirati. Il timore riguarda la possibilità di ricevere un giudizio negativo e spesso è accompagnato da bassa stima di sé e poca sicurezza nel proprio valore.
Disturbo d’ansia generalizzata
La persona si sente agitata e preoccupata per la maggior del tempo, in modo eccessivo e senza riuscire a controllarsi. Le preoccupazioni riguardano soprattutto circostanze quotidiane, come aspetti lavorativi, questioni economiche, le condizioni di salute dei familiari.
Lo stato di attivazione continua provoca tensione muscolare, stanchezza, irrequietezza, difficoltà a concentrarsi. Frequenti sono anche i disturbi del sonno, che contribuiscono a ridurre ulteriormente il benessere e l’efficienza. Spesso ne risentono le relazioni con le persone vicine, che possono sentirsi assillate dalle domande e dalle raccomandazioni continue. L’insieme di preoccupazioni e tensioni rende difficoltoso godere di momenti e attività piacevoli, entusiasmo e spensieratezza diventano sensazioni difficili da sperimentare.
Nello spazio della terapia la persona potrà esprimere le proprie paure trovando rassicurazione e conforto. Si cercherà di favorire un processo di valutazione più realistico, ridurre il comportamento di evitamento attivando nuove risorse e strategie per affrontare le situazioni temute, modificare le convinzioni disfunzionali legate ai vissuti di disagio e alle preoccupazioni. Si indagheranno i motivi profondi che causano lo stato di ansia, cercando di riportare alla consapevolezza le emozioni autentiche sottostanti, con l’obiettivo di stabilire una nuova condizione di tranquillità e serenità.