L’aiuto dello psicologo: un alleato e non un nemico

Mi capita spesso di vedere situazioni di malessere, anche notevole, trascinate per moltissimo tempo. Situazioni legate ad aspetti di carattere psicologico che non vengono considerate. Malessere che viene tamponato con metodi che, nei migliori casi, danno un sollievo momentaneo, ma che non portano alla soluzione del problema. Lo psicologo viene quasi sempre lasciato in fondo alla lista degli specialisti a cui rivolgersi, anche se il suo aiuto potrebbe migliorare la vita della persona in poco tempo.

Perché si teme l’aiuto dello psicologo

C’è ancora molta confusione su chi è e cosa fa lo psicologo. È vista spesso come una figura a cui si rivolge chi è in estrema difficoltà e non riesce a cavarsela in altro modo. L’ultima spiaggia insomma.

C’è anche tanta confusione su quali sono i problemi di carattere psicologico e quando sono di un’entità tale da chiedere aiuto. Ci sono i disturbi psicologici, quelli da manuale, che al pari di tutte le malattie vengono classificati attraverso una serie di criteri diagnostici che devono essere soddisfatti per fare una diagnosi. Come avviene in medicina, tra la realtà e quello che c’è scritto sui manuali c’è una bella differenza. Spesso quello che vive la persona è molto più complesso e molto spesso un disagio psicologico è mascherato, sfumato, poco evidente.

Quando chiedere l’aiuto di uno psicologo

Si dovrebbe chiedere l’aiuto dello psicologo appena si inizia a percepire un malessere. Capita tantissime volte che la persona inizi un pellegrinaggio tra professionisti di diverse specializzazioni escludendo problemi cardiaci, neurologici, gastrici… poi è la volta di fisioterapisti, posturologi, nutrizionisti, insegnanti di yoga… che fanno il loro lavoro cercando di escludere una patologia, i primi, o cercando di aiutare la persona, i secondi. Non è mia intenzione sminuire il lavoro di questi professionisti, e nemmeno dire che è sbagliato rivolgersi a loro, anzi. Dico che tra questi andrebbe aggiunto lo psicologo. Dovrebbe essere il primo specialista a cui rivolgersi, o il secondo dopo il medico di medicina generale. Solo nel momento in cui è escluso un problema di tipo psicologico, o se presente viene curato, si può rivolgersi ad altri se necessario. L’aiuto dello psicologo è un alleato, non un nemico.

Lo psicologo è dalla parte della persona e mette a disposizione le sue competenze per favorire un maggior benessere. Questo è il suo lavoro.

Perché se abbiamo un problema psicologico dobbiamo negarlo? Perché si teme così tanto il rivolgersi allo psicologo?

Alcuni esempi di situazioni

Ragazzo di 30 anni. Ottime condizioni di salute, realizzato nel lavoro e soddisfatto a livello sentimentale. Un unico problema che guasta il suo benessere: una fortissima ansia quando si rivolge ad un medico, soprattutto se deve farsi misurare la pressione. Nessun problema cardiaco o di ipertensione, la pressione si alza solo alla vista del misuratore. Fin dall’inizio ha riconosciuto che si trattava di un problema psicologico ma per moltissimi anni ha affrontato questi momenti con un’estrema paura, ricorrendo a calmanti naturali e biancospino prima delle visite. L’aiuto dello psicologo gli ha permesso di comprendere e superare questa paura e ora affronta le visite con serenità. Anche altri aspetti della sua vita sono migliorati: le relazioni con gli altri, l’esperienza e l’espressione delle emozioni, ha guadagnato spontaneità e consapevolezza.

Ragazza di 27 anni. Persona solare, socievole, sempre sorridente. Soddisfatta lavorativamente. Area critica: le relazioni. Fatica a trovare un partner con cui instaurare una relazione alla pari, in cui venire rispettata e amata. Incontra uomini assenti o già impegnati. Anche le relazioni amicali tendono a essere caotiche e superficiali. Dopo il consiglio di un’amica si rivolge a un professionista: con l’aiuto dello psicologo comprende che le difficoltà relazionali sono legate soprattutto al rapporto con il padre e al rapporto tra i genitori. Grazie al percorso ha raggiunto sicurezza in se stessa e autostima. Riesce a relazionarsi in modo paritario e ad avere relazioni più intime e soddisfacenti.

Signora di 60 anni. Importanti difficoltà del sonno, frequenti ed episodici dolori alla testa, paura di ammalarsi e stato di tensione. Anche in questo caso la natura psicologica del problema è chiara, ma la signora ha chiesto l’aiuto dello psicologo solo ora, dopo quasi tre anni di malessere e dopo aver contattato una molteplicità di specialisti: medico di base, neurologo, dentista, fisioterapista, corsi di yoga e ginnastica posturale. Nessuna patologia, nessun beneficio. Ha iniziato un percorso psicologico e dopo pochi mesi i benefici sono già evidenti: miglioramento del sonno, riduzione dello stato di agitazione e tensione, non sono più presentati episodi di mal di testa, le relazioni con gli altri sono più serene e non più incentrate solo su problemi e preoccupazioni.

Signore di 65 anni. In seguito ad una perdita e al pensionamento accusa sensazione di “vuoto”, scarsa energia, perdita di interesse nelle attività abituali, progressivo ritiro dalle relazioni. Nessuna percezione che il disagio sia di tipo psicologico, nessuna consultazione, nessun beneficio. Dopo un lungo periodo di malessere iniziano le consultazioni: medico di base, esami diagnostici, neurologo. Si scopre una patologia a livello neurologico in comorbiità con un disturbo depressivo. L’aiuto dello psicologo, in aggiunta alla terapia farmacologica e riabilitativa, ha permesso l’accettazione e l’adattamento alla malattia e il ristabilimento di una buona qualità di vita.

L’aiuto dello psicologo è un alleato

  1. Lo psicologo è uno specialista della salute, sa ascoltare la persona e riconoscere i sintomi di un disagio o escludere un problema psicologico se non è presente. Sulla base di una valutazione sa consigliare il percorso di cura migliore, di natura psicologica o meno.
  2. Uno dei motivi per cui si evita lo psicologo è il tempo e il costo del percorso. Si tratta di una falsa credenza. Non per forza sono necessari anni di terapia, spesso i benefici si vedono nei primi incontri. Il primo obiettivo del percorso è sempre lo stesso: il sollievo dal sintomo. Per quanto riguarda il costo è una spesa sanitaria e quindi detraibile. Rivolgendosi a diversi specialisti, magari privatamente, e iniziando percorsi di vario tipo si finisce per spendere gli stessi soldi o forse anche di più.
  3. Non necessariamente deve essere presente un grande disagio, l’assenza di benessere è già un buon motivo per chiedere aiuto a uno psicologo. Ricordiamoci che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito lo stato di salute come “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”.
  4. Ci si può rivolgere ad uno psicologo anche per una consultazione. Può aiutare a fare chiarezza su ciò che va e ciò che non va nella propria vita, rendendo possibile fare delle scelte volte ad un miglioramento.

 

Contattami per una consultazione!

 

Giulia Branciforti Psicologa

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