Siamo arrivati alla seconda settimana di quarantena per arginare la diffusione del coronavirus e probabilmente assisteremo a un prolungamento delle misure restrittive. Gli psicologi di tutto il mondo, oltre a offrire le loro competenze per sostenere le persone, si interrogano sugli effetti che l’isolamento può avere sulla salute mentale e quindi sul benessere psicologico degli individui.
A questo proposito un gruppo di ricercatori britannici dell’università King’s College di Londra, su mandato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha realizzato uno studio, pubblicato su Lancet, sull’impatto psicologico della quarantena per coronavirus. Non essendo ancora possibile rintracciare dati certi sulla situazione attuale, hanno messo a confronto 24 studi relativi alle misure di quarantena adottate nel passato per contrastare la diffusione della SARS, l’ebola, l’influenza equina e altre malattie epidemiche.
La maggior parte di questi ha messo in evidenza lo sviluppo di problemi psicologi in seguito all’isolamento, in particolare di sintomi del disturbo post-traumatico da stress, disorientamento e rabbia.
Uno studio condotto su persone in quarantena perché venute a contatto con persone affette da SARS ha registrato le risposte emotive durante il periodo di isolamento: molti mostravano sentimenti negativi di paura, nervosismo, tristezza, senso di colpa, smarrimento, mentre solo alcuni riportavano sentimenti positivi di felicità e sollievo.
Altri studi si sono concentrati sugli effetti psicologici a breve e a lungo termine della quarantena in operatori sanitari. Si assisteva, dopo la fine del periodo di isolamento, alla presenza di esaurimento, maggior distacco dagli altri, ansia quando dovevano occuparsi di pazienti con febbre, irritabilità, insonnia, bassa concentrazione, peggiori prestazioni lavorative, riluttanza a andare a lavoro, volontà di dare le dimissioni. Dopo un arco di tempo di tre anni si riscontrava la presenza di abuso di alcol e sintomi di dipendenza, oltre ad altri sintomi del disturbo post-traumatico da stress e depressione.
Anche studi effettuati durante l’influenza equina hanno rilevato un alto grado di distress psicologico nelle persone sottoposte a isolamento, evidenza mostrata anche in una ricerca condotta su genitori e bambini in quarantena.
E ancora, rimanere isolati per un lungo periodo di tempo può aumentare il rischio di sviluppare problemi di salute, come disturbi cardiaci, depressione, demenza, fino alla morte. Una meta-analisi della letteratura scientifica condotta da Julianne Holt-Lunstad, psicologa ricercatrice alla Brigham Young University, nel 2015 ha evidenziato che l’isolamento sociale prolungato aumenta il rischio di mortalità del 29%.
Perchè stare in isolamento ha un effetto così negativo sulla salute psicologica delle persone?
“La quarantena per la diffusione del coronavirus nel mondo ci obbliga a reprimere il nostro bisogno di relazione, un impulso profondamente umano e radicato nell’evoluzione: vedere i nostri amici, riunirsi in gruppi, stare l’uno vicino all’altro” afferma Nicholas Christakis, medico e sociologo, in un articolo pubblicato su Science in questi giorni. Stare lontani gli uni dagli altri è infatti qualcosa che va contro la natura stessa dell’essere umano. In più, l’isolamento mette duramente alla prova anche la capacità di cooperazione tra le persone in quanto ci è chiesto di comportarci responsabilmente non solo per proteggere noi stessi, ma anche le persone che non conosciamo e, perfino, quelle di cui non ci importa, continua l’autore.
La ricercatrice Holt-Lunstad ipotizza che i contatti sociali contrastano gli effetti negativi dello stress, per questo l’isolamento può essere così dannoso per la salute psicologica degli individui. Sembra esserci una correlazione tra la connessione sociale percepita e la risposta allo stress, per cui, dice, “Anche solo sapere di avere qualcuno su cui poter contare in caso di bisogno può essere sufficiente a mitigare parte delle risposte allo stress, anche se quella persona non è fisicamente presente”.
Chi è più a vulnerabile agli effetti negativi dell’isolamento?
C’è una grandissima variabilità individuale nella capacità delle persone di affrontare la quarantena per coronavirus e lo stress, sostiene lo psicologo Chris Segrin. Coloro che hanno già problemi di ansia sociale, depressione, solitudine, abuso di sostanze è particolarmente vulnerabile. Pertanto persone con precedenti problemi psicologici sono più a rischio e necessitano di maggior supporto, in particolare durante il periodo di isolamento.
Un recente studio della National Academy of Sciences ha individuato alcuni fattori che rendono le persone anziane più sensibili, tra cui la perdita di familiari e amici, malattie croniche, la presenza di disabilità sensoriali come la perdita dell’udito che rende più difficile l’interazione.
Un’attenzione particolare, come indicato dai ricercatori del King’s College, va senz’altro rivolta al personale medico che si trova in quarantena: la preoccupazione per non essere al lavoro in un momento di emergenza causando lavoro extra ai colleghi, unita alla separazione dal proprio gruppo con cui si è abituati a essere in stretto contatto, può aumentare i vissuti negativi legati alla solitudine.
Esistono poi alcuni fattori che aumentano gli effetti negativi della quarantena tra cui: la durata, la paura di essere infettati o di contagiare gli altri, la frustrazione per le limitazioni agli spostamenti e alle attività, la perdita della propria routine quotidiana, difficoltà economiche.
É importante ricordare però che le persone sono dotate di una straordinaria capacità di resilienza, sono pertanto in grado di affrontare eventi traumatici e stressandosi adattandosi positivamente alla situazione.
Cosa può essere d’aiuto a ridurre l’impatto negativo dell’isolamento sociale?
La possibilità di rimanere in contatto con chi si ama attraverso telefonate, messaggi, email, fotografie, videochiamate è di grande aiuto. Anche se, ci ricorda Segrin, questi metodi di comunicazione telematica hanno dei limiti. Quando interagiamo infatti gran parte della comunicazione non avviene attraverso le parole, ma con il comportamento non verbale; espressioni facciali, gesti, movimenti del corpo che possono andare persi con l’utilizzo dei social media. “Non sono come le interazioni faccia a faccia, ma sono di gran lunga migliori di non avere interazioni”, sostiene lo psicologo.
L’altruismo inoltre può giocare un ruolo fondamentale. “Aiutare non solo aiuta gli altri, ma può anche aiutare noi stessi a sentirci interconnessi” dice Holt-Lunstad. Dare supporto quindi può avere più benefici che riceverlo! In questa situazione di quarantena “forzata” per limitare il diffondersi del coronavirus può essere confortante sapere che il nostro comportamento è di aiuto per gli altri. Inoltre possiamo contattare amici e familiari interessandoci di come stanno e chiedendo loro di che cosa hanno bisogno.
Conclusioni
L’impossiblità di avere contatti sociali non solo è legata a ansia nell’immediato, ma anche a distress nel lungo termine. La possibilità di comunicare con amici e familiari è essenziale. I social media possono giocare una ruolo fondamentale nella comunicazione tra chi è distante, permettendo alle persone in quarantena di aggiornare i propri cari sulle proprie condizioni di salute e rassicurarli. Inoltre può in qualche modo donare una sensazione di utilità e serenità abbassando i sentimenti negativi.
Infine ricorda, se ne senti il bisogno chiedi aiuto. Parlare con uno psicologo, anche a distanza, può darti degli strumenti per affrontare questo momento di difficoltà e farti stare meglio (clicca qui per maggiori informazioni sul colloquio psicologico a distanza).
Fonti
Brooks et al. The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence. Lancet 2020; 395: 921-20
https://www.sciencemag.org/news/2020/03/we-are-social-species-how-will-social-distancing-affect-us
Commento
Camillo
Interessante, grazie.
Federica
Grazie molto interessante. È importante in questo momento il sostegno non solo delle persone che ti vogliono bene !
Francesca
Interessanti spunti di riflessione, per potersi gestire in questo delicato momento. Grazie!