Adolescenza è il periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, compreso generalmente dai 12 ai 19 anni. Un recente studio pubblicato su Lancet Child & Adolescent Health sostiene che si sta verificando un allungamento di questa fase della vita, per cui sarebbe più corretto collocarla in un arco temporale che va dai 10 ai 24 anni.
È una fase caratterizzata da grandi cambiamenti che riguardano tutti gli aspetti dell’esistenza, da quello corporeo, a quello emotivo, cognitivo, relazionale, morale.
Adolescenza vuol dire scuola superiore, le prime uscite con gli amici, battaglie con i genitori per una maggiore autonomia, i primi amori e anche le prime delusioni. Adolescenza significa un corpo che cambia velocemente e fuori dal proprio controllo: i primi peli sul corpo, la crescita del seno e la comparsa del ciclo per le ragazze, il cambiamento della voce e le prime rasature per i maschi. La crescita corporea e i cambiamenti ormonali portano alla scoperta della sessualità, emergono le prime fantasie sessuali e le pulsioni, finora autoerotiche e concentrate su altre zone corporee, vengono rivolte verso un oggetto esterno.
Nel ragazzo e nella ragazza emerge il bisogno di comprendere e assimilare tutte queste modificazioni fisiche attraverso l’analisi della propria immagine allo specchio e attraverso il confronto con gli altri, in un processo di continua valutazione del proprio corpo.
Cambia anche il modo di stare in relazione, sia con gli adulti che con i coetanei. Si può dire che in adolescenza si diventa più selettivi, si scelgono le persone con cui avere un rapporto privilegiato, che meritano la propria fiducia. Le relazioni d’amicizia diventano più intime e profonde. I genitori rappresentano ancora il porto sicuro, quel nido a cui poter tornare per trovare affetto e conforto. Rimangono un importante punto di riferimento soprattutto nel momento di prendere decisioni riguardanti la propria vita scolastica e professionale futura. Ma è presente anche un forte bisogno di autonomia, la voglia di fare delle esperienze da soli, fuori dalla comfort zone del nucleo familiare.
Tutti i cambiamenti che investono l’adolescente devono essere integrati in una nuova identità, il compito evolutivo più importante di questa fase (Erikson, 1968).
In che modo i social network influenzano il processo di costruzione dell’identità?
Nel processo di costruzione dell’identità sono fondamentali il rapporto con i pari e l’influenza dei modelli adulti. Attraverso il confronto, il rispecchiamento e l’emulazione l’adolescente piano piano si conosce e definisce chi è.
Questo ci conduce a riflettere su uno degli aspetti che caratterizza il mondo di oggi, ovvero l’elevata presenza degli smartphone e dei social network nelle nostre vite e in quelle dei ragazzi.
Il consistente uso di questi dispositivi fa si che i modelli a cui si ispirano i ragazzi non siano più solo i genitori, gli insegnanti, l’allenatore o il compagno di classe, ma esercitino un’importante influenza anche i personaggi dei social, i cosiddetti blogger o influencer. Anche il confronto con i coetanei, oltre che nei luoghi comuni della vita di tutti i giorni, avviene in rete.
Sappiamo bene però che quello che si vede sui social network è parecchio lontano dall’essere una fotografia autentica della vita reale. Sul proprio profilo una persona può “postare” qualsiasi cosa, vera o falsa che sia, con filtri, effetti, modifiche che alterano l’immagine originaria. Senza dimenticare che chi pubblica sceglie cosa pubblicare, quindi opterà per fotografie molto belle che ritraggono momenti felici, di festa, in compagnia degli amici. Il risultato sarà una vita in apparenza “perfetta”, piena di gioia e divertimento. Non un momento buio, non un difetto fisico, non una difficoltà. Il ragazzo adolescente si trova così a confrontare queste immagini con le sue imperfezioni fisiche e la sua vita caratterizzata anche da imprevisti e momenti difficili. Un confronto non realistico da cui facilmente ne esce sconfitto.
La differenza fondamentale è che mentre nel confronto tra pari nella vita di tutti i giorni il ragazzo può avere una conoscenza realistica dell’altro, dei suoi pregi e dei suoi difetti, nel confronto virtuale può conoscere solo ciò che viene mostrato, quindi tendenzialmente i pregi. Ne risulta un confronto con un’immagine distorta dell’altro che non può essere costruttivo.
Il confronto con un’immagine idealizzata e non reale dell’altro genera nell’adolescente vissuti di disagio, insicurezza, sconforto, ansia. Si crea un senso di inferiorità che porta il ragazzo a essere perennemente insoddisfatto e scontento di chi è, di come è e quindi alla ricerca di una perfezione che è impossibile raggiungere perché non reale.
Dal punto di vista dell’aspetto fisico il confronto avviene con immagini di corpi sempre perfetti, perché modificati dagli effetti che consentono di apparire più magri, di eliminare le imperfezioni della pelle, di rendere i denti bianchi e allineati, di modificare il colore degli occhi e dei capelli. Questo porta l’adolescente a focalizzare l’attenzione sui suoi piccoli e normalissimi difetti, in alcuni casi fino a sviluppare quello che viene definito Disturbo di Dismorfismo Corporeo che consiste nella paura di avere qualcosa di anomalo nel proprio corpo accompagnata da una percezione distorta della propria immagine e dal pensiero di apparire brutti agli occhi degli altri.
Come può stare bene un adolescente diviso tra questi due mondi ?
Un adolescente va innanzitutto educato ad un uso adeguato di questi dispositivi. Purtroppo si vedono bambini sempre più piccoli, anche di 2-3 anni, con in mano cellulari, tablet, computer e con accesso a immagini e video assolutamente non adatti alla loro età. Quindi affinché un adolescente possa arrivare a farne un uso consapevole va abituato molto presto. Va inoltre aiutato a sviluppare un pensiero critico nei confronti dei social network, va aiutato a capire che quello che viene “postato” è solo una parte della vita di una persona e confrontare questa minima parte con la propria intera vita è un grande errore.
I ragazzi vanno aiutati a individuare le proprie caratteristiche personali e a fare delle loro migliori qualità il loro cavallo di battaglia, il loro biglietto da visita. È importante che capiscano che non esistono caratteristiche negative o sbagliate, esistono se mai aspetti che possono aver bisogno di qualche modifica, di essere adeguati ai diversi contesti.
Inoltre nei casi in cui ci si accorge che un ragazzo manifesta delle difficoltà e presenta segni di disagio psicologico come ansia, lieve depressione, disagio, problemi relazionali, insicurezza, senso d’inferiorità, è importante rivolgersi ad un esperto. Non c’è da vergognarsi o preoccuparsi a chiedere l’aiuto di uno psicologo in adolescenza, anzi è molto utile per prevenire lo sviluppo di una psicopatologia futura e spesso anche pochi incontri possono essere sufficienti a far sì che l’adolescente riprenda con serenità il suo percorso di crescita.