CANCRO: COMUNICARE CON I FIGLI

Una persona malata di cancro si trova ad affrontare diverse angosce e preoccupazioni, chi è genitore di un minore ne ha una in più: come comunicare con i propri figli. La priorità è proteggere i propri bambini. Ma come fare? Come dirlo, quanto dire, quando dirlo? Sono tutte domande che si presentano e a cui è difficile, da soli, dare una risposta. In questo articolo cercheremo delle risposte che siano il più possibile protettive per il bambino e per il genitore.

I bambini e il loro intuito

Più sono piccoli e più intuiscono ciò che succede intorno a loro. Chi ha figli lo sa di certo, è difficile nascondere loro qualcosa senza che questi piccoli segugi se ne accorgano! Spesso sono dei grandi osservatori, guardano con attenzione ciò che gli sta attorno e percepiscono ogni cambiamento. Ogni modifica alle abitudini della loro famiglia non passa inosservata, il malessere e le preoccupazioni dei genitori vengono intuite nonostante gli sforzi degli adulti per fare finta di nulla. Il non sapere può innescare in loro brutte fantasie, come di aver fatto qualcosa di male per cui i genitori lo vogliono escludere o di non essere abbastanza importanti.

Ma il punto non è solo questo. Non è necessario comunicare la malattia del genitore solo perché è difficile tenergliela nascosta. I figli hanno diritto di sapere. Sono parte integrante della famiglia, anche nelle situazioni più spaventose.
Inoltre, potrebbero ottenere informazioni da qualcun altro. Amici, conoscenti, altri amichetti potrebbero dire loro qualcosa. Questo avrebbe come conseguenza una frattura nella fiducia verso i genitori, aumentando al distanza e la diffidenza in futuro.

Ai genitori che incontro dico sempre che questa, seppur dolorosa, è un’occasione per dare ai loro figli un insegnamento importante su come affrontare momenti difficili, momenti che nella loro vita inevitabilmente incontreranno. Insegnare loro ad esprimere le emozioni, a condividerle con i loro famigliari, a dialogare è una lezione davvero preziosa.

Cancro: comunicare con i figli le emozioni

Non pensare di non essere la persona adatta a parlare con i tuoi figli, sei la persona che li conosce meglio e che senz’altro sa quale è il modo migliore per comunicare con loro. Non c’è bisogno di grandi spiegazioni, né di inventarsi qualcosa. Sono due le cose che contano:
• Hanno bisogno di sentirsi dire la verità
• Devono sapere solo ciò che sono in grado di comprendere

Innanzitutto, è importante introdurre il discorso, informarli che sta succedendo qualcosa nella loro famiglia: “Mamma/papà ha una malattia, che si chiama tumore, e dovrà fare delle cure. Ci potranno essere dei cambiamenti nel suo aspetto fisico, lo potrai vedere più stanca/o, forse cambieranno anche delle cose nella nostra vita. Tutto quello che succederà lo affronteremo insieme.”
Il fatto che mamma/papà ne abbiano parlato fa capire al bambino/a che è un argomento di cui si può parlare. Che se avrà delle domande le potrà fare liberamente.
È bene rispondere alle loro domande con pazienza e sincerità, hanno bisogno di essere ascoltati e rassicurati. Se non si hanno delle risposte si può anche dire “Non lo so”. Non per forza i genitori devono sapere tutto! I bambini impareranno, assieme ai genitori, a stare nell’incertezza.

Cancro: comunicare con i figli le emozioni

Non si può evitare di rattristarli, ma condividere con loro i tuoi sentimenti e informarli di ciò che sta accadendo li fa sentire che non sono soli nella loro sofferenza.
Alcuni genitori esprimeranno le loro emozioni più facilmente di altri, questo dipende dalle caratteristiche del singolo e del clima familiare. Di certo la malattia oncologia è un evento che stravolge la vita della persona, mettendo in crisi credenze, progetti, stile di vita. Manifeste o no, la malattia si accompagna a emozioni intense e complesse, spesso molto simili tra chi la vive in prima persona e i suoi familiari. Paura, angoscia, tristezza, rabbia, inquietudine. Anche i bambini vivono queste stesse emozioni. Sapere che non sono i soli a sentirsi così, ma anche i loro adulti di riferimento provano gli stessi vissuti, equivale a un grande permesso che legittima quello che stanno vivendo.
Le emozioni non hanno bisogno di spiegazioni o risposte. La maggior parte delle volte è sufficiente stare con i bambini e le loro emozioni. Sapere che anche la/il propria/o mamma/papà ha paura, è triste, è arrabbiato è fonte di grande sollievo: Se lo affronta mamma/papà non sono solo e lo posso fare anch’io.

Cancro: comunicare con i figli. Alcuni esempi di difficoltà

“Non mi ha chiesto mai niente, vuol dire che non sa e non vuole sapere. Aspetto che sia lui a chiedermelo”.

“L’unico cambiamento che ho notato è che ogni motivo è buono per stare fuori casa, come se volesse fuggire da qui!”.

“Gli ha parlato un medico all’ospedale, lo ha informato e gli ha detto che deve stare vicino a papà. Ho visto che si è dato da fare, gli chiede continuamente come sta e se ha bisogno di qualcosa. Io non ci ho più parlato”.

Cancro: comunicare con i figli. Conclusioni

Comunicare la diagnosi di cancro al proprio figlio è spaventoso. Genera un conflitto tra il desiderio di proteggerlo e quale sia la cosa migliore per lui. Ci si può sentire in colpa per fargli vivere una simile sofferenza, che non dovrebbe vivere. I vissuti di persona che sta vivendo in prima persona la malattia si mischiano con quelli di genitore generando confusione.
Fatevi aiutare da chi vi sta vicino o da un professionista per affrontare la comunicazione con i vostri figli. Alcune informazioni utili le potete trovare in un file prodotto dall’Aimac a questo link.
È il genitore l’adulto che ha il compito e gli strumenti (o li può trovare) di comunicare. Non farti fermare di fronte al silenzio e all’apparente benessere del bambino, può nascondere molto altro.
Tolto questo muro aumenterà l’intimità, la spontaneità e la vicinanza all’interno della famiglia, straordinarie risorse per affrontare un momento difficile, straordinarie fonti di forza e amore.

Per un aiuto o per maggiori informazioni, contattami.

Giulia Branciforti Psicologa 

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