L’INTIMITA’ RELAZIONALE

Poche sono le relazioni, o i momenti, in cui le persone accedono ad una dimensione intima. Ma cosa s’intende precisamente con intimità relazionale? Spesso quando si parla d’intimità si pensa alla dimensione fisica della relazione, anche confondendo l’essere intimi con l’avere rapporti sessuali. Ma l’intimità è qualcosa di molto più ampio e difficile da raggiungere. Seppur il contatto fisico può essere compreso e veicolare intimità, è bene sottolineare che ci può essere intimità senza coinvolgimento fisico e ci può essere fisicità senza intimità.

L’intimità fisica e emotiva

L’intimità è presente in una relazione aperta, onesta e fiduciosa in cui si condividono liberamente sentimenti, pensieri, esperienze. Include tutti gli aspetti di una relazione: fisico, sessuale, mentale, emotivo, spirituale. Essa può essere sperimentata in rapporti e contesti differenti. Ci può essere intimità tra amanti, genitori e figli, tra fratelli, amici, colleghi. Infatti, non dipende dalla natura del rapporto, ma dal grado di contatto emotivo e di autenticità creato nella relazione.

Possono essere in intimità due amici che corrono mano nella mano sulla spiaggia spensierati oppure che si confidano al tavolino di un bar.

C’è intimità quando nelle famiglie si vive un momento particolare, di gioia o dolore, dialogando apertamente ed esprimendo le emozioni che si stanno vivendo.

Alla base dell’esperienza di intimità c’è la sensazione di essere apprezzati e accettati così come siamo dall’altro. Questo è il presupposto per mostrare se stessi senza limiti e senza timori, in ogni sfaccettatura.

L’intimità relazionale non prevede solo la condivisione di momenti belli, di vissuti e pensieri piacevoli, ma può anche comportare momenti negativi, di sofferenza. In una relazione intima ci si dice tutto, critiche (costruttive), osservazioni, fastidi compresi. Anche se ciò che una persona dice può essere doloroso per il destinatario, questo viene concepito come un’informazione sincera con lo scopo della crescita e di uno scambio alla pari. Le relazioni possono diventare più significative quando le conversazioni non si limitano ad un semplice scambio di informazioni ma veicolano emozioni.

Prendiamo ad esempio il caso di una famiglia in cui alcuni dei componenti notano un malessere in un altro familiare. Magari non è niente, ma sono preoccupati e ritengono che andrebbe approfondito con uno specialista. Ne parlano tra loro ma non con il diretto interessato, per paura di offenderlo, di spaventarlo, di risultare inopportuni.

Dalla situazione descritta emerge che in questa famiglia risulta difficile accedere ad una dimensione intima, seppur ad un primo sguardo i suoi membri potrebbero apparire molto affiatati e uniti. Quindi, l’intimità relazionale non è quella che si vede tra le persone che sono sempre serene, sorridenti, tranquille. Al contrario! Le relazioni davvero intime sono caratterizzate dalla condivisione di gioia, spensieratezza ma anche da momenti di rabbia, tristezza, paura, incertezza… L’intimità può portare alla vicinanza fisica e alla sessualità, ma anche alla rabbia o alle lacrime.

L’intimità risponde al bisogno profondo di ogni essere umano di sentirsi a proprio agio e sicuro con un’altra persona, con tutti i suoi aspetti positivi e negativi. Siamo in intimità se possiamo essere liberi di scoprire i veri sentimenti, di dire quello che si pensa e si prova.

Intimità e Analisi Transazionale

Per Berne, fondatore dell’Analisi Transazionale, l’intimità è uno dei modi con cui le persone strutturano il proprio tempo. Tra questi, secondo una scala di intensità delle carezze (per carezze si intendono i riconoscimenti scambiati tra le persone), l’intimità si colloca al livello massimo.

Quando due persone si trovano in intimità, infatti, si scambiano carezze liberamente e in modo profondo, i messaggi sono inviati senza manipolazione o secondi fini. Allo stesso tempo gli scambi tra i partner sono poco prevedibili, per questo è necessario un elevato grado di fiducia reciproca.

Quando una persona vive l’intimità tutti e tre i suoi Stati dell’Io sono presenti: c’è apertura nei confronti dell’altro e consapevolezza del qui e ora (Adulto), c’è spazio per la lealtà e la cura (Genitore), per i propri sentimenti e quelli dell’altro (Bambino).

Berne sostiene anche che, seppur sia il modo di relazionarsi che garantisce il maggiore scambio di carezze, l’intimità è molto rara perché molti la percepiscono come rischiosa, alcuni addirittura la evitano.

Perché alcuni non vivono l’intimità?

Come abbiamo detto sopra, l’intimità relazionale comporta uno scambio aperto, senza filtri, autentico. Vuol dire mostrarsi a nudo, rilevando le proprie debolezze e fragilità, oltre a risorse e qualità. Questo può essere percepito come spaventoso da alcuni che quindi preferiscono rimanere “un po’ distanti” dall’altro, scegliendo di volta in volta cosa e quanto mostrare di sé.

Allo stesso modo nell’intimità anche l’altra persona si mostra apertamente. Venire a conoscenza delle debolezze e difficoltà dell’altro può generare vissuti di impotenza, frustrazione, dispiacere. Alcuni possono percepire di non avere gli strumenti per affrontare gli aspetti profondi che l’altro può rilevare di sé (Cosa gli rispondo? Che gli dico? Che faccio? Non lo posso aiutare!).

Infine, c’è chi non sa come stare in intimità. Perché non l’ha mai sperimentato, nessuno forse è mai stato davvero intimo con lui, o perché nella sua famiglia non ha mai visto nessuno relazionarsi in modo intimo.

Il messaggio “Non essere intimo”

Tra i messaggi negativi che possono essere inviati al bambino (le ingiunzioni in analisi transazionale) e che ostacolano il suo completo e ottimale processo di sviluppo c’è proprio “Non essere intimo”. Per leggere un articolo su un’altra ingiunzione clicca qui.

Il messaggio può avere due diverse forme. In un primo caso può significare “Non essere fisicamente vicino”, modellato per esempio da genitori che raramente si toccano l’un l’altro o toccano il bambino. Anche un bambino spesso respinto dai genitori in seguito alle sue manifestazioni di affetto può decidere di rinunciare alla vicinanza fisica. Persone che hanno ricevuto questo messaggio, con molta probabilità diventeranno adulti che hanno difficoltà a scambiarsi affetto e vicinanza attraverso il contatto fisico. Lo eviteranno oppure appariranno impacciati, freddi, distaccati.

Nel secondo caso equivale a “Non essere emotivamente vicino” trasmesso nelle famiglie in cui non si parla delle proprie emozioni e di quello che accade nel rapporto tra i familiari. A loro volta questi bambini diventeranno persone che raramente condividono con gli altri quello che provano. Avranno difficoltà a mostrare i propri vissuti nella relazione, a esprimere richieste, bisogni, timori, malcontenti.

Una variante è “Non fidarti”. Come detto precedentemente la fiducia è uno degli elementi base per poter instaurare una condizione di intimità. Se non si riesce a fidarsi dell’altro, si percepirà il bisogno di mantenere una distanza relazionale, non ci si sentirà sicuri di mostrarsi apertamente, non si potrà quindi essere intimi.

Aumentare l’intimità nelle relazioni

Forse leggendo l’articolo ti è venuta voglia di aumentare il livello di intimità nelle tue relazioni. Accedere a una dimensione di maggiore intimità spesso è difficile, può far sentire timorosi, imbarazzati o impacciati. Riuscire a stabilire un contatto più profondo con l’altro sarà però poi inevitabilmente appagante e una straordinaria esperienza di crescita personale e relazionale.

Cosa puoi fare per aumentare l’intimità relazionale con le persone a cui vuoi bene?

  1. Stabilisci un contatto visivo. Guardare negli occhi il tuo interlocutore permette di stabilire un contatto più profondo e intenso. Trasmette all’altro il messaggio di essere visto, ascoltato, considerato. In generale tutto il comportamento non verbale è importante ed è in grado di trasmettere un’enorme quantità di informazioni, usalo! La postura, come tieni le braccia, l’espressione del viso, della bocca, i movimenti delle mani…
  2. Aumenta gli scambi Io-Tu. Gran parte delle conversazioni tra le persone vertono su argomenti generali (il tempo, l’attualità, il paesaggio…) o attività (cosa si è fatto o cosa si farà). Questo tipo di scambi allontana dall’intimità. Focalizzare l’attenzione su di te e sul tuo interlocutore vi permetterà di aumentare l’intimità nella vostra relazione.
  3. Stai nel qui e ora. Stare nel momento presente permette di stabilire un maggior contatto emotivo.
  4. Condividi, anche le emozioni. Le emozioni aggiungono un tono di colore a ciò che racconti. Permettiti di trasmettere anche quello che senti dando all’altro la possibilità di conoscerti meglio. Apriti con chi ti sta vicino per raccontare cosa fai, cosa ti piace, cosa pensi e provi. E ricorda, non basta parlare delle cose positive, per raggiungere una vera intimità è necessario condividere anche fastidi, frustrazioni, pensieri e vissuti negativi.
  5. Aumenta il contatto fisico. Già negli anni ’40 lo psicanalista Renè Spitz ha dimostrato le conseguenze negative che l’assenza di contatto fisico ha sulla salute fisica e mentale dell’essere umano (per un approfondimento sui suoi esperimenti puoi vedere il video). Il contatto fisico oltre ad essere un bisogno fondamentale di ogni persona è anche indice di intimità relazionale. Non facciamo l’errore di associare il contatto fisico tra adulti solamente al sesso o simili, ci sono innumerevoli modi per toccarsi, anche nelle relazioni familiari e amicali. Abbracci, carezze, pacche sulla spalla, tenersi la mano, toccare la schiena, avvicinarsi…

 

Se vuoi un aiuto per approfondire il tuo modo di stare in relazione e aumentare il grado di intimità, contattami.

Aggiungi il tuo commento

Prenditi cura di te.

Prenditi cura di te.

Seguimi sui miei profili social
Seguimi sui miei profili social

Giulia Branciforti © 2024. All Rights Reserved Terms of Use.